Referendum sulla Giustizia, cosa prevedono i cinque quesiti approvati dalla Corte Costituzionale.
Sono cinque i quesiti dichiarati ammissibili per quanto riguarda i referendum sulla Giustizia mentre la Corte Costituzionale ha respinto, tra le polemiche, il referendum sulla depenalizzazione degli stupefacenti, quello sulla depenalizzazione dell’omicidio del consenziente e quello sulla responsabilità civile dei magistrati. In sintesi, degli otto quesiti referendari presentati, la Consulta ne ha approvati cinque e ne ha respinti tre, giudicati inammissibili. Andiamo a vedere quali sono i quesiti approvati dalla Consulta e che saranno poi votati in occasione del referendum.
Referendum, i quesiti approvati dalla Consulta
Come anticipato, sono cinque i quesiti referendari approvati dalla Corte Costituzionale. E tutti riguardano il tema della Giustizia.
Legge Severino
Con il referendum in questione si vuole abrogare la norma che stabilisce che i parlamentari non possano continuare a mantenere il proprio ruolo in caso di condanna definitiva. Per la stessa regola, ossia dal legge Severino, presidenti di Regione, sindaci e assessori sono tenuti a lasciare l’incarico anche dopo una condanna in primo grado o in appello, quindi prima della condanna in via definitiva, che potrebbe anche non esserci. Un soggetto può essere condannato in primo grado e assolto in secondo, tanto per fare un esempio, e poi essere assolto in via definitiva dalla Cassazione. La legge Severino prevede però che le autorità locali debbano lasciare il proprio incarico anche dopo una condanna di primo grado o di secondo.
Il quesito sulla custodia cautelare
Il secondo quesito approvato dalla Consulta prevede la parziale cancellazione dell’articolo 274 del codice penare per ridurre l’area dei reati che prevedono l’applicazione della carcerazione preventiva. Sarebbero cancellati dalla lista il finanziamento illecito ai partiti e i reati punibili con reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni. La detenzione preventiva sarebbe legittima nel caso in cui si prefiguri il rischio di fuga o inquinamento delle prove.
Lo scopo è quello di limitare quello che i promotori del referendum definiscono un abuso della carcerazione preventiva. Di fatto un soggetto inquisito potrà essere arresto per reati legati all’uso della violenza o delle armi e per reati legati alla criminalità organizzata.
La separazione delle carriere
Il quesito vuole impedire il cambio di funzioni tra giudici e pm nella carriera di un magistrato. Si tratta di una pratica ad oggi consentita. Nello specifico, sono concessi quattro passaggi, ridotti a due con la riforma della giustizia presentata dalla Ministra Cartabia. Il quesito referendario chiede che venga fatta una sola scelta, evidentemente all’inizio della carriera.
Il Csm
Un quesito referendario, e non sorprende, riguarda il Csm. Con il referendum si vuole cancellare la regola che prevede che ogni candidatura della essere sostenuta da almeno 25 firme. Cancellando questa norma si arriverebbe di fatto alla possibilità di presentare candidati individuali e indipendenti, non legati ad aree della magistratura.
I consigli giudiziari
Il quinto e ultimo quesito approvato dalla Consulta è quello relativo ai consigli giudiziari. Il referendum propone di consentire che gli avvocati dei Consigli giudiziari possano votare anche sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.
Quando e come si vota per il referendum
Si andrà a votare tra il 15 aprile e il 15 giugno. Il voto è valido se si raggiunge il quorum del 50%+1 dei soggetti aventi diritto al voto. Con ogni probabilità la campagna referendaria si trasformerà in una campagna elettorale, visto che le prossime elezioni sono ormai all’orizzonte.